Mi perdo senza un monitor. Non so scrivere in alfabeto romano. Divento lo stenografo di me stesso. Divento l'interprete di un individuo combattuto tra l'essere se stesso o diventare un commediante del proprio essere. Doppie personalità che s'intrecciano e che dicono più verità di quelle che vuoi ammettere. Confessano a te stesso chi sei o cosa vorresti divenire. Senti le tue voci dall’ignoto che interferiscono e che con i tuoi neuroni interagiscono. Agitano lo spazio mentale e fisico di te stesso. So che l'interazione provoca solo conflitti. So che i dibattiti tenuti nel parlamento del mio animo hanno verbali difficili da interpretare anche per un oracolo il quale può parlare per enigmi e che ti cela quello che invece è evidente se apri semplicemente gli occhi di vetro che ti sei costruito. Vuoi resistere alla cecità indotta dagli altri tramite lampade al veleno che iniettano con luce sostanze nocive che distruggono le nostre visioni. Io non ho colonne sonore che mi accompagnano nè pensieri felici che mi fanno volare. Ho me stesso e di ciò mi ringrazio. Sono io che non mi comprendo affatto. Sono io che non voglio essere altro che me stesso. Sono io l'escluso maniaco da manicomio criminale. Io che mi internerei volentieri. Vorrei un effetto di distorsione per la mia vita. Grazie ad esso le darei un tono diverso. Colorato e saporito caratterizzato da sapori acri che bucano il palato. Io non m'impegno a distruggere la diga che cela nel tuo cuore il tuo amore per me. Aspetto che la chiusa del tuo animo si disarmi per donarti finalmente ciò che sono e i miei mille io ti faranno da esercito personale e ti aiuteranno a sentirti bene apparentemente perché il mio è un tramare per conquistare "il tesoro" che voglio a tutti i costi. E che otterrò sicuramente con o senza estorsioni. Senza domande in carta bollata ma con rapine dello spirito che ti mangiano centimetro per centimetro.
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