Il verdone immacolato
sulle narici del mondo.
Cuore in subaffitto.
Finanziarie con
tagli netti all’amore,
depauperanti valori,
straccianti sentimenti,
annichilenti fiducia.
Fede custodita
all’interno di un portafoglio
ricolmo, privo di santini,
strabordante vomito,
latore di assiomi
finanziari.
Un lamento inconfondibile
echeggia per le valli degli
uomini-scimmia
capeggiati da un orango
vendicativo, rozzo e guerrafondaio,
accompagnato da scimmiette
codarde che giocano a fare i duri,
in quanto hanno e possiedono:
introiti provenienti da foreste di
banane raccolte in quantità
industriale.
Il piagnisteo ha come fonte
un uomo posto in catene
costretto da rigidi vincoli
“ambientali” ad essere
colonna portante
di un cielo che non riesce più
ad essere sorretto
da un solo “titano”
siderurgico, costituito di metallo,
stanco di essere macchina.
Diventati humus
per piantagioni di
sterco, siamo affranti per la puzza
ma non ci lamentiamo della sostanza
in cui nuotiamo.
La grazia estetica di un elefante
e quello che più
si addice
ad una “terra” senza profondità,
cava, ma priva di sorgenti
acquifere,
ricca di scorie radioattive fatte di
superbia, odio, ignoranza,
nelle quali tale
pachiderma,
con la sua grazia fisica, epatica,
sprofonda facilmente
nelle problematiche da lui stesso create,
nelle promesse fatte
e mai mantenute.
La solidità dei sogni
incrostati di povertà
sono le speranze nascoste
e mai rivelate
degli scimpanzè privi di potere
che si ostinano a vivere
senza lasciare “quella” soddisfazione
a quei pochi impertinenti
detentori di interessi.