ovvero… è dura essere se stessi… sempre
Insudiciami verbalmente!
Donami il tuo fetore.
Domani fammi tuo.
Dopodomani scrostati
dalle mie pupille.
Ti dono i miei cristallini
di Boemia
così potrai dire in giro
di avermi rubato con uno sguardo
il dono della vista.
Violentami di te:
fammi credere solo per un momento
di averti fatto mia.
Dopo ricomincia a scacciarmi
a fare il tuo tira e molla
il tuo perverso gioco
nel quale ti piace
vedermi rodere il fegato
ad ogni tuo apparente
rifiuto.
Commuoviti quando ti dedico
versi che hanno dell’impossibile.
Imbarazzati:
fammi vedere che anche tu
tutto sommato
sei in parte umana.
Adoro le tue debolezze
che stenti a fare trasparire
all’esterno
(specialmente di fronte a me).
Ricucire i frammenti che ti compongono
è un lavoro che mi appassiona.
Che mi fa vincere
qualsiasi stupida timidezza.
Esplorarti è gioia trepidante.
È quel formicolio di eccitazione
travolgente
che possiede le mie
mani.
È quella canzone
strappalacrime
che
mio malgrado
ti dedico.
Se fosse qualcos’altro
credi proprio che te lo direi?
Che mi sbottonerei così
facilmente?
che ti rivelerei quanto
fragile e forte allo stesso
tempo
mi fai essere?
Vorrei tanto confonderti.
Lasciarti un po’
disorientata di fronte ai miei
comportamenti
apparentemente illogici.
Invece no…
L’unica cosa che riesco a fare
è…
innamorarmi sempre di più
ogni volta che mi perdo
dentro di te
che mi specchio nell’acqua
nera e torbida
dei tuoi occhi
rendendo la mia
immagine migliore
di quello che in realtà
È.