Otri pieni di vino dal sapore nauseabondo. Sanguinolento gocciare di bevanda alcolica fottuta e fottente materia celebrale. Ottimi piatti volanti tagliano teste inutili pervase dal nulla che le circonda. Salute. Brindisi scroscianti ed inneggianti a qualsiasi cosa venga in mente al momento. Solo carni andate a male e lombate di vitello infestate da peste virale e portante pazzia bovina che fa fuoriuscire gli occhi dalle orbite. Tarantole condite con olive ed arancio. Roba malata per malati di fegato e cirrosi ingurgitanti solo materia alcolica liquida che inonda le viscere e fotte il cervello. Tutto è posto sopra la tavola da una cameriera chiattona che va in giro con le giarrettiere calate e che fa schifo per quanto puzza ed accora. Solo per me ordino vino squallido dalle etichette altrettanto squallide e dimentico la chiattona. Mi butto indietro con la sedia e mi faccio prendere bene dall'incessante voglia d'amore che ho. Non voglio compassione né che mi sia fatta beneficenza. Amen. Fai un brindisi alla tua e scendi tra di noi. Togliti i chiodi: t'aspettano medicamenti e mendicanti ma non è sacrilego ciò che voglio. Quattro chiacchiere tranquille con la mia solitudine sono tutto ciò che ho. Seduto su una sedia impagliata da osteria cullo i miei sogni d'amore distrutti più e più volte e faticosamente ricostruiti solo grazie ad una speranza che si fa spazio tra mille paure e sentimenti di rivalsa e rabbia.
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