Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Dar sor Ezio

 

Otri pieni di vino 
dal sapore nauseabondo.
Sanguinolento gocciare 
di bevanda alcolica fottuta
e fottente materia celebrale.
Ottimi piatti volanti 
tagliano teste inutili
pervase dal nulla 
che le circonda.
Salute.
Brindisi scroscianti 
ed inneggianti a qualsiasi 
cosa venga in mente
al momento.
Solo carni andate a male
e lombate di vitello 
infestate da peste virale
e portante pazzia 
bovina 
che fa fuoriuscire gli occhi 
dalle orbite.
Tarantole condite con 
olive ed arancio.
Roba malata 
per malati di fegato e cirrosi
ingurgitanti solo 
materia alcolica liquida
che inonda le viscere 
e fotte il cervello.
Tutto è posto sopra la tavola
da una cameriera chiattona
che va in giro 
con le giarrettiere
calate
e che fa schifo 
per quanto puzza 
ed accora.
Solo per me ordino
vino squallido 
dalle etichette
altrettanto squallide 
e dimentico la chiattona.
Mi butto indietro con la sedia 
e mi faccio prendere bene
dall'incessante voglia 
d'amore che ho.
Non voglio compassione
né che mi sia fatta beneficenza.
Amen.
Fai un brindisi alla tua 
e scendi tra di noi.
Togliti i chiodi:
t'aspettano medicamenti 
e mendicanti
ma non è sacrilego ciò che voglio.
Quattro chiacchiere 
tranquille
con la mia solitudine
sono tutto ciò che ho. 
Seduto su una sedia impagliata
da osteria cullo i miei
sogni d'amore
distrutti più e più volte
e faticosamente ricostruiti
solo grazie ad una speranza
che si fa spazio
tra mille paure
e sentimenti di rivalsa
e rabbia.
Roma 17-05-2004  al sor Ezio

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