In bilico su una guglia del duomo di Milano mi sveglio impietrito assai poco preoccupato della mia condizione di equilibrista dello squilibrio che mi porto in testa. Penzolo da una parte all'altra rischiando di spiaccicarmi: non riesco a scendere poiché le mie gambe sono di marmo ma tutto il resto invece pulsa di passione violenta e irrefrenabile! Dall'alto scruto e come Icaro sogno un volo fatto di ali di cera che si corrompono al sole. Il mio mondo visto dall'alto non ha una grande fotografia: avesse perlomeno quel colore intenso di "cielo sopra Berlino" a rendere più vivi i contorni della mia anima affaticata. Se solo avesse una piccola filastrocca da farmi sentire, una stupida canzone da intonare quando si resta soli in scomode posizioni per troppo tempo con le gambe che si atrofizzano che preannunciano l'avanzare della necrosi che centimetro dopo centimetro distrugge i miei sogni pornografici che mi ero fatto di te. Se solo ci si potesse vendere ogni tanto... ricavandone qualcosa di veramente utile per noi stessi. Se... se... se... Il mondo dei Se è talmente pieno di abitanti che già progettano razzi intergalattici per spedirli nello spazio dell'incompiutezza. Per quanto ne so, resto in bilico. Cementato alla base. Subendo di continuo l'azione di vertigini che rivoluzionano di brutto il mio mondo sotto e soprastante già instabile di suo. Chiudo gli occhi per vedere meglio: non mi fido di loro. Un samurai cieco che sulla via della vita inciampa solo quando tenta di guardare tutto con gli ingannevoli occhi della ragione.
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