Sarò anche un caso umano. Lo psichiatra lascialo ad altri. Ai deboli di spirito. Problemi i miei che risolvo da solo. I miei sono voli di aquila sorvolanti lande dove regna il pattume mediatico. Dove alla costanza della perseveranza si sostituisce la stasi temporale della lassitudine borghese. Dove la mia luna più non bagna i miei arti pallidi. Dove i miei sogni da maniaco omicida restano relegati all'onirico regno e non hanno possibilità di materializzarsi nelle terre in cui regna il nano catodico dispensatore di sorrisi melensi ed idilliaci. Un mondo il mio in cui manchi solo "tu". Tra una birra e l'altra il tuo pensiero mi assale rendendomi migliore. Inquieto. Fortemente insoddisfatto ti vorrei nel mio letto per ore infinite. Per ore eterne vacue fatte solamente di te. Fatte di solitudine apparente di occhi penetranti ignoranti il buio della mia anima. Scavanti a fondo mi mettono a nudo: un nudo in cui mi sento a disagio in cui so di essere indifeso. Mi dono a te: carne inutile la mia, spero di essere ciò che più ti soddisfa. Un solitario caso da manicomio che in te cerca salvezza. Salvezza inaspettata. Fatta di neri fili sparsi, capelli di crine di cavallo nero che mi avvolgono, mi soffocano e per mia fortuna mai più mi lasciano.
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