Dolcezza di velluto. Tenebrosa alla vista. Calda al tatto della mia mano insicura. Forza nelle mie braccia e speranza donatami dai tuoi occhi. Poca saggezza nel fidarmi di te ho dimostrato. Ho perso la mia rotta. Un giorno che spero vicino la ritroverò. Perdersi per poi ritrovarsi e a volte capirsi meglio. Errori fatti che valgono più di mille farneticazioni incompiute e vaganti nel piano etereo e alcolico. Soltanto musica jazz per le mie orecchie. Soltanto il suono di una voce simile a tanti fiati suonanti all'unisono una melodia triste e melanconica. Flebili vocii naviganti in mari di disperazione cronica riportano a me la tua immagine tenera e scontornata da qualsiasi sottofondo marcio e sporco. Abile non sono stato mai con voi e per quanto abbia io provato a capirvi non ne verrò mai a capo. Un rebus con disegni equivoci e fuorvianti riportanti false lettere di un alfabeto oscuro e di natura demoniaca. Sei quello che non mi aspetto questa notte. Sei questo. E forse anche qualcos'altro.
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