Barbone telematico. Privo di connessione potente e a larga banda. Raggio proteso verso l'infinito scrutatore randagio del divenire del tempo. Spazio dilatato, distesa su una coltre di fievole speranza: sgualcita, mondata dal peccato, svenduta giù al mercato. Trenta denari comprano anime da più di due millenni ed ancora ci si meraviglia. Sostanziale differenza tra la sostanziosa superbia dell'essere contrapposta alla controparte povera dell'indigente modestia. Solito a pensare al contrario le mie parole contrariate che contrariamente finiscono per dire ed attribuire significati che non mi sognavo neanche di affibbiare alla benché minima sottospecie vivente. Mi disturba l'essere disturbato: a livello celebrale cerco di essere meno monumentale anche perché non sono statuario sia nel fisico sia nello spirito. Odo dolci note docili intonate da bocche senza volto. Da piccoli individui di cartone dai capelli ossigenati. Sento la meschinità genitale. M'accorgo della pessima influenza che svolge l'intimità che ho con la mia persona. Onore a chi? Ai vinti? Ai morti? Ai soliti perdenti? Onore ai martiri delle guerre e gloria eterna a chi non le ha combattute. A chi è rimasto inerme. A chi non ha avuto la forza di sopravvivere. Disprezzo per le masse vuote prive di peso specifico che le faccia volare leggiadre nel fango della vita sudicia e laida. Mortalità tendente ad infinito. Nascite prossime allo zero!
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