Una crisi isterica All'acetone liquido. Una fusoliera squarciata carica Di greggio imbrattante fogli rosa. Un eterno amore giurato infrantosi dopo un'ora. È il macigno delle tue speranze che ti grava sulle spalle. Ondeggia come anche cibernetiche in una mare di filamentosa mucillagine Lattiginosa ed ovina. Cammino leggiadro su del guano di gallina. M'appresto alla giocosa voglia di vivere con fare irriverente di un saltimbanco zoppo. Hai perduto le speranze nel futuro? Vai dalla signorinella positiva che tutto cambia e tutto ravviva. Da quella maghetta perforante menti, oscurante scenari possibili, detrattrice di speranze procacciatrice di sogni in piena svendita. Voglio soltanto sapere cosa significa per la gente sentirsi vivi. Io non l'ho mai capito. Non l'ho mai sentita una scelta mia l'essere nato. La vita è un miracolo, ma è tutta una questione di punti di vista inquadrati con grandangoli leggiadri dotati di sfaccettature multiple. Profondo come un oceano di bile formatasi nel mio organismo fatiscente, degradato, ormai prossimo allo sfinimento fisico. Io pessimista? Forse si, forse depresso cronico sull'orlo di un baratro fottuto. Vorrei tanto riscrivere di donne, di speranze, ma per il momento lasciatemi il mio niente. Grazie.
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