Torno a parlarti dei miei clacson. Li sento sotto casa in notti silenziose estive. Agosto pieno e nessuno ascolta la loro voce. Città vuota e triste. Adesso io sono il più vuoto. Sento la desolazione in me più dell'altro anno. È più facile disperarsi per qualcosa che non c'è. È più facile rassegnarsi ad un'estate uggiosa plumbea e nevosa quando si è da soli che farlo quando il pensiero di un "qualcosa" di molto "speciale" tormenta, perforando, le tue tempie malate. Infette e debilitate dal ricordo di quel "qualcosa".
chiudi