La voce oscura della mia anima parla. Parla restando sulle sue assurde "posizioni". In silenzio, guardo e piango una terra senza profondità. La rinascita dell'innocenza intesa come tubo energetico donatore di speranza. Un fremito scuote le fronde caotiche del mio cuore in fermento. Un solidale fragore risveglia gli assopiti nell'animo. Sguardi ostili di animali che digrignano denti, stritolano carcasse di pensieri ormai muti. Quante parole inespresse tra di noi. Quanti pensieri sommersi, lasciati li a porre dubbi a minare le mie e le tue certezze. Quanti attimi non vissuti o vissuti male che non ritorneranno a darci un'altra chance. Quante perplessità, quante stupide prese di posizione che ci allontanano. Quanto poco tatto mettiamo nei nostri rapporti. Quanta poca importanza dedichiamo ai silenzi: ci porgono su piatti d'argento teneri cristalli fatti d'amore primigenio che noi non sappiamo più cogliere. Approfittiamo del fracasso per gettarci uniti nella cornucopia vibrante di sensuali lamenti. Mia regina delle "valli" stupiscimi ancora. Comprendi queste parole equivoche accettandone il giusto significato. Mia dea dell'abbondanza mondami dai peccati che non posso rimandare a nessuno. Non siamo macchine, non siamo dei, siamo solo uomini e donne deboli e fragili assordati dal denaro, resi ciechi dalle apparenze. Doniamoci entrambi una vacanza dalla solitudine. Uniamo i mari che circondano le nostre isole distruggendo con urla tonanti la barriera corallina posta intorno ai nostri cuori.
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