Ti dico che niente è potente come l'immagine del tuo viso riflessa sulle lastre di ghiaccio che abitano il mio cuore. Tutto gracida in tua presenza e urla dal basso per arrivare alle tue orecchie. Aprono il diaframma in maniera spasmodica come lirici esseri dotati di un ugola diamantata. Non serve a niente sforzarsi a volte. Serve essere se stessi nelle notti deserte e desertiche di Roma. Non saprai mai quante persone li fuori sarebbero disposte a conoscerti e a volerti bene. Non lo saprai mai se resti confinato in casa. Ricordami di scuotermi nelle sere stanche e uggiose che ciclicamente tornano ad infestare la mia mente. Cambiano le condizioni meteorologiche del mio umore. Annacquano il cervello rendendolo ridicolo. Tristezze d'ogni genere. Lanciale via da me quando t'accorgi che tornano subdolamente ad affliggermi. Insinuati tu nelle mie sfere celebrali e riprenditi ogni volta che ritieni opportuno il tuo posto da regina.
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