Declamanti annunci elettorali inaugurano campagne sceme per promuovere l'idiozia. Proporla a più livelli e impostarla in base nazionale come influenza da esercitare su tutti coloro che si dimostrano estranei al programma di demenza istituito dai potenti fatti di lattice umido e molliccio. È il regno del programmatico svolgersi di un programma che risuona come il proclamarsi di una dittatura dal pugno poco fermo che permette ai più di riderle dietro e di sbeffeggiarla alla grande. Salendo sui monti giusti si vede in lontananza la fibrillante figura di una libertà stanca e sentimentalmente depressa. Mi parlano di ciò che è libero e di ciò che invece è definito castrante. Mi raccontano di costrizioni e di modi per combatterle. Vorrebbero farmi dire e difendere cause che non conosco fino in fondo e di cui non mi interessa quasi niente. Non sapere a volte è una virtù. Vale sempre questa massima tranne con le donne: non ne saprai mai abbastanza. Non riuscirai neanche a sapere come fare a tenertene stretta una. Saprai solo che la libertà è relativa e che di schiavi il mondo di oggi ne è pieno: schivi lavoratori stanchi intrappolati in valigette 24 ore o in zappe pesanti e picconi mangianti la roccia. Depressi individui senza più dignità, lavoro, casa e cibo. Piccoli esseri senza innocenza ma con un arsenale addosso. Libertà a nolo: oggi è con me domani l'avrò venduta per quattro spicci oppure la baratterò con un pezzo di pane ammuffito dalla vita stessa senza desideri e depresso dalla sporcizia in cui sarò immerso.
chiudi