Precipitarsi vorticoso e consapevole verso il baratro di una morte volutamente ineluttabile. Il librarsi nel cielo mentre al di sotto il mondo è sempre più duro: meccanico direi! Lamiere che si contorcono. Pesi che gravemente sulle teste scendono. È un ritrovare che fa male un giorno mentre si passeggia senza pensare ci si trova di fronte ad uno spettacolo splatter non desiderato. Chiesto da nessuno. È un nervoso che genera pianto. È una tristezza molto poco compassionevole ma votata alla rabbia della dipartita prematura. Dipartita da una mente stanca e poco vogliosa di vivere seguita da quella fisica, rumorosa e frastornante. Solitamente la morte si accompagna a belle parole ma è soltanto la voce rumorosa per azzittire le nostre coscienze. Un posto migliore esiste e di sicuro non è questo mondo.
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