Muovo la testa su e giù. Avanti cristo e dopo cristo. Apprendo dalle ere l'inutilità del piangere. Richiedo che mi sia concesso il dono del ridere. Un riso inconsistente e stupido. Un aprire bocca e dargli fiato senza senso. Voglio fare della cretinaggine un vanto. Prendo in prestito il cervello dell'umanità per farne una spremuta di idiozia che innaffia terre aride di virtù ma ricche di armi finanziate dall'ignoranza. Non c'è pacifismo nei cuori di chi inneggia alla pace ma una cieca speranza che la guerra sia evitabile. C'è una voglia di tranquillità relativa per il proprio mondo e per i propri cari. E scrivo con un solo carattere incomprensibile che mi dona il mistero di un oracolo che parla con termini sibillini equivoci e che deride schernendo chi l'ascolta in contemplazione quasi mistica.
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