Ti saluto. Accenno di un invito. Incontriamoci. Diciamoci di tutto. Parliamoci di noi mentre il mondo famelico ci insegue e ci deride con fare minaccioso. Lo sento dietro le mie spalle, mentre ti esterno ciò che sono, avvertendo il suo peso gravido di ignoranza e traboccante di liquidi amniotici dove naviga sola la sterilità . Ci guardiamo a vicenda e ci scambiamo leggeri sguardi complici che rendono tutto più facile. Complicarsi di situazioni incerte. Sappiamo riconoscere a noi stessi il fatto di esserci già incontrati in precedenza: ognuno nei sogni dell'altra e viceversa è apparso per un istante irrisorio. Un attimo impercettibile che ha lasciato curiosità nei nostri animi. Una curiosità che si è trasformata in un desiderio di conoscerci meglio. Scriversi cose che non avremmo mai avuto il coraggio di dirci in faccia. E comunque sia penso che siamo speciali l'uno per l'altra. Forse ci siamo sentiti vicini fin dall'inizio ma nessuno dei due se ne era accorto. È difficile dire cosa sia. Lo dirò quando ti avrò di fronte in un momento di tempesta mentale furibonda. Forse allora troverò le giuste parole per comunicarti quanto ti sento presente nella mia mente. Sei come un segnale luminoso ad intermittenza che col suo pulsare attira di continuo la mia attenzione e mi distrae dalle mille inutilità che governano il mio vivere.
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