Spokom - Sporadike Komunicazioni - Petrivelli Stefano

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Privazioni e donazioni di beni

 

Senza peso
né spessore.
Senza possibilità di decidere 
cosa sia decente e cosa non lo sia.
Senza essere dotati 
di "semplicità apparente"
con cui affrontare a viso aperto la vita.
Senza donarsi attimi di "stupida felicità".
Senza fare niente per noi stessi 
e tanto meno per gli altri.
Tutti attaccati alle nostre parole
pendiamo dalle nostre labbra 
e per noi stessi sbaviamo.
Imposto il mio scrivere 
su piani differenziali.
Dico il contrario 
di ciò che voglio
comunicarti.
Non scrivo cose su commissione.
Non posso impormi
di donarti 
cose che non sento mie.
Cose che non hanno 
significati sinceri.
Cose che sono infangate dal nulla.
Senza tragedie personali
da inventarsi.
Ci si può amare anche 
senza essere lontani 
e divisi dalla  miglia
percorse dalle nostre orecchie sorde
che, così facendo, 
allontanano il suono 
delle voci di cui siamo dotati.
Senza privarsi delle nostre paure 
possiamo sopravvivere 
superando il timore 
di non essere 
in pace con noi stessi.
Senza fare cose a noi aliene.
Senza privarsi 
di altri modi 
facili e indolori 
per donarci 
un nuovo tentativo
plateale di suicido.
Folcloristico e dinamitardo
con un gusto "artificioso" 
e con saggio uso di polvere pirica.
Niente bombole del gas 
ne bambole gonfiabili 
per un piacere "nullo"
e "sofisticato".
Falsità e affermazioni tendenziose.
Metal detector 
che individuano 
il mio armamento 
per un nuovo attentato
che mira ad intaccare un sistema 
che non esiste 
se non nella mia mente.
Loco. Pazzo e sito 
in luoghi 
che sanno di penicillina 
e abitati da muscolosi esseri 
fatti di adrenalina.
Visionari interpreti 
della realtà
donano apparizioni
scontate dei soliti personaggi fantasiosi 
che per quanto siano geniali 
non sorprendono più nessuno.
Siamo senza una rotella.
Senza una ruota 
che permetta al motociclo 
del mio cuore di camminare in tutta sicurezza.
Senza ogni cosa che potrebbe essere utile
e ricoperti di amenità 
che ci offuscano la vista
e ci conducono 
nella valle della nebbia 
dove prima o poi 
tutti quanti noi ci riuniremo
indissolubilmente
e ci pietrificheremo 
mantenendo la medesima espressione
del viso
per il resto dell'eternità.
Roma 20-05-2003  

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