Tremando. Restando in un buio lento. Non mi cerco. Di conseguenza non mi trovo: prolissamente vago nei miei vaneggiamenti muti e onomatopeici. Adesso sentimi: resto qui per te. Non andartene. Sono io che cerco te ora. Non scavalcherei nessun cavalcavia per raggiungerti ma questo non vuol dire che sono insensibile e menefreghista. Non voglio faticare. Brancolare nel mio buio scuro e immobile. Denso e tangibile. Taglia col coltello la mia parte nera. So che non c'è passione che valga un suicidio. So che tutto ciò che faccio è magari inutile. Aspetto e non mi attendo nulla. Resto tremendamente freddo. Distaccato anche troppo. Non voglio farmi tentare. Voglio rivederti e basta. Non chiedermi di più. Non costringermi a prendere impegni. Vieni in silenzio. Non avvertirmi della tua presenza. Nebbia oscura. Meduse danzanti e deliranti che nel nero strusciano contro la tua faccia. Non vale nulla ciò che scrivo. Non vale il tempo che perdo nel realizzarlo. Vale ciò che voglio che valga. Veli leggeri e trasparenti fatti di seta oscura che cela i miei pensieri dietro un alone di grossolana ignoranza e noncuranza nei riguardi di ciò che si interessa a me. Non vedo: sento il tuo dolore piangente lacrime pesanti che risuonano come megafoni urlanti che si congedano nell'infinità dei tempi a cui siamo legati.
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