Nere distese e bianche praterie. Mucche pascolanti sopra stabbio troppo secco. Davanti a loro pastori e cani idrofobi che mordono la carne di questi ultimi. Allungati e cerca di colpirmi. Insetti che svolazzano e che dicono scemenze. Nessun essere umano all'orizzonte. Solo erba dal colore purpureo. Solo arbusti molto bassi e sassi pesanti e allo stesso tempo trasparenti e lenti. Un passare di assurdità e di esseri eleganti. Vestiti con drappi lunghi e strascichi di abiti da sposa consunti e senza fine. L'erba scivola e fa scivolare sopra la sua rugiada e sopra i suoi fiori gialli e traditori. Più in la capre dal colore indecifrabile: munte da un pastore che si nasconde alla vista di chiunque. Si rende giovane e non si fa consumare dagli sguardi degli altri. Nulla è stato scritto in questa valle e i due pastori se ne rallegrano e vivono più tranquilli senza che le parole pronunciate da qualcuno abbiano in qualche modo sporcato le loro menti. Passanti occasionali e dame di compagnia restano li a guardare questi esseri che a loro volta pascolano insieme ai branchi di cui sono possessori. Guidano e dipendono da come il gregge si manterrà e da come esso si accrescerà e si nutrirà . Non si sottraggono a niente: utilizzano le doti che in loro nascondono. Danno fondo a tutto ciò che sanno fare. Ritornano alle loro capre avvelenate e al loro latte alla stricchinina che esce caldo come lava da un vulcano: spruzza come acido su di un qualsiasi materiale e gli corrode il cervello. Datato e fuorviato è il loro alito. I loro occhi forti e decisi si perdono nel nulla delle loro menti offuscate e gironzolanti. Si trastullano facendo cose importanti e viaggiano di continuo. Percorrono e sanno cose che non potrai mai sapere. Sanno di sapere ma non lo dicono. Sanno e si mantengono integri anche quando si frantumano e si perdono.
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