È luglio pieno. Routine di continuo. Tutto piatto ed amorfo. Tutto è lento manco fossi sotto l'effetto di un qualche anestetico potente. Tutto è preso come un evento. Tutto ciò che si differenzia da quello che può essere caldo e arsura è salvezza e novità . Alla ricerca di qualcosa di speciale. Trovare tutto ciò che non faccia male almeno spiritualmente. Alla costante ricerca di qualcosa che mi faccia risorgere. Sono morto mi dicono ma quello che è più strano è che non me ne sono accorto affatto. Scrivo per me stesso e rappo queste parole su microfoni urlanti dai quali echeggiano pianti di infanti repressi e già fin troppo adulti. La vita non è fatta di cose semplici o complicate: è fatta solo di cose fittizie dal valore fittizio. Comunque sento il caldo che mi addenta e come tutte le cose fastidiose si fa fatica ad estirparlo e a scordarsi di lui in un tempo assai breve. Si va a sentire amici che suonano strumenti misti che all'apparenza non hanno alcun legame tra di loro. Accompagnano queste sere afose con colonne sonore che si sposano lentamente con il chiasso sordo di una città nel periodo estivo. Si trovano peccatucci veniali da compiere e si effettuano piccole scorribande notturne che non infastidiscono nessuno. Padroni di una città che non ci sente e di quartieri in cui gli unici sopravvissuti sono quelli che non riescono ad andarsene in vacanza. Dove tutti partono per un viaggio all'estero. Dove c'è chi non c'ha una lira neanche per arrivare a Termini. Dove i miei passi mi condurranno non so e dove la mia alcolica vena si prosciugherà è tutto un mistero. Tetra e stellata notte illuminata da astri alti e troppo poco caldi per riscaldarci le tempie e per mantenere i nostri pensieri vivi. Tutto un susseguirsi di domande complicate che propongono problemi continui e irrisolvibili. Vuoto mentale come salvezza di una mente al momento molto poco impegnata. Di una mente che non trova pace ne soluzione per le sue stravaganze e per le sue memorie arruffate. Il caldo che ritorna è la manifestazione fisica del mio disordine: è solo una conferma a cose da me già previste ma che non ho voluto evitare affatto.
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