Bella è la sera che mi appresto a vivere. Bella è la sera, meticolosa, intricata. Serpenti biondi. Lunghi ricci pesanti e opprimenti. Lunghi come la mia noia e vuoti come la mia testa. Troppi per formare una sola chioma. Troppi perché si possa pettinarli. Perdendo la cognizione tra ciò che voglio e ciò che non accatto tutto ciò che mi viene gettato dal balcone del caso. Del random algebrico faccio tesoro prendo quel che viene e via. Mi accontento ma non è un granché. Non è mai come dici. Non è mai quello che vuoi. Non sei mai quello che ti prefiggi di essere. È difficile dirti se i tuoi capelli hanno una forma definibile. È impossibile decifrare quello che scrivo. Vorrei un codice per sciogliere questi nodi che non verranno mai al pettine. I tuoi capelli soffici e artisticamente impastati sulla tela [della vita sono come leggere manifestazioni spettrali del tuo essere. Sono prolungamenti eterei della tua mente: ti colleghi ogni giorno con quei fili che hai in testa alla rete [globale del mondo che va a fuoco. Tu avviluppi con la tua matassa chi ti sta vicino. Positivamente salvi qualcuno. Sei utile e alquanto evasiva. Fai perdere la realtà perché sei distante da essa e da essa [ti distanzi. La mia mente ripercorre i tuoi capelli e da essi getta le basi per i nuovi tracciati del mio cervello. Delle linee elettriche che lo comporranno di nuovo. Non saprei se quello che ti dico adesso è frutto di distorsioni [o qualcos'altro. Forse è frutto della mia solitudine apparente e delle mie visioni continue e costanti. Non mi spiego come accadono le cose. Non faccio colui che perfettamente crede di sapere ma non sa. Preferisco essere orgoglioso della mia cultura ignorante che sarà nulla ma è meglio del loro niente.
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