Mi preoccupo per chi amo. Amo e non lo dico. Amo e non lo penso. Non penso che posso avere un futuro su questo mondo. Mi professo artista fallito che forse avrà successo ma [non lo sono. Ci provo. Vorrei tanto esserlo. Non mi sento il migliore. Ma neanche il peggiore. È inevitabile. Io mi sento migliore di altri. Per questo non li calcolo. Forse perché studio. Forse perché sono più intelligente e scelgo tutto ciò che faccio. Mi tengo alla larga dagli strozzini delle idee che mi confiscano [la mente. Sono partito su poche note. Sono tornato con sinfoniche odi che mi nutrono di nuovo ossigeno [celebrale. Veicolo un numero enorme di informazioni. Informazioni quasi del tutto inutili. Argomenti vari che variano in un lasso di tempo infinitesimo. Siamo tasselli di un mondo minuscolo e lillipuziano. Ma siamo comunque nient'altro che frammenti. Frammentarie voci arrivano dal mio oltretomba scatolare. Scatola contenitrice di sapienza e di idee malsane. Il mio cervello non esiste ed è solo vapore evanescente che mai [più si condenserà . Io mi meraviglio di cose che non dovrebbero scatenare niente in me. Eppure la gente si ostina a dirmi ciò che devo fare. Ma una condizione a questo mondo gliela voglio imporre: [lasciami stare. Io non ho voglia di lottare e di combattere per te una guerra che [non mi appartiene. Io sono diviso tra un bene povero e un male elitario. Ma quale cultura vuoi trovare in me??? Quella dell'ubriacone che non riesce a darsi niente. Io sto guardando figure spettrali che mi si prefigurano davanti. Le vedo e non le associo ad immagini che mi rievocano fasti [e pensieri felici. Mi ricordano tristezza. E la tristezza del mio cuore insano esce fuori a reclamare [la propria territorialità . La mia infelice condizione vaga nella nebbia e nei liquami [del tempo. In un tempio brullo fatto da mani poco inclini all'architettura [vitruviana. Poco sensibili al gusto di chi edifica impalcature nel cuore [per darsi uno slancio maggiore [per trovare un nuovo amore. Ma io sono un operaio che di continuo cade da queste [pedane metalliche. Cade e muore ogni volta che il suo organo vitale smette di pulsare. Ha smesso molte volte. L'ingranaggio ormai sé rotto. E io non ho niente da dire. E nel mio niente mi rinchiudo. Pronto a sollevarmi per scagliare un grido disumano.
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