Anche se suona un po’
patetico
per te… farei di tutto.
Ti donerei quello che non ho mai dato
ad altre.
Ti darei il mio spirito:
goffo, stupido, timido
ma pur sempre spirito.
La mia anima che vibra
come corde di contrabbasso
pizzicate fortemente.
Se ne sei convinta (e solo se lo sei)
non lasciare che nulla
si intrometta tra noi:
gli spigoli si possono smussare.
Le posizioni divergenti
si possono appianare.
Non pretendo niente
e forse questo è un errore:
t’avrei voluto chiedere sempre
se in realtà ti piaccio per come sono.
Se ti attraggo in qualche modo.
Lo so che non posso vincere:
speravo tanto che non si intromettesse.
Gli avevo chiesto più e più volte
di aiutarti a capire
quanto tengo a te.
Quanto tutte le cose che ci possono
allontanare
contino pochissimo rispetto a quanto
possiamo condividere insieme.
Sembra veramente ridicolo
ma l’ho pregato
nel buio della mia stanza
quasi supplicandolo
genuflettendo la mia anima
davanti ad un migliaio di croci
sopra le quali
ho crocifisso i rifiuti e le maldicenze.
Dove ho sepolto in sepolcri con tanto
di pietra occludente rotonda
tutti i miei rancori
le mie rivendicazioni passate
ormai divenute totalmente
inutili ed anacronistiche.
Pronto a dare un’altra chance
a tutto e a tutti.
Sei tu la mia miccia.
La mia bomba nella testa
inesplosa.
Vorrei che deflagrando
dilaniassi il mio ego
lacerandolo di te.
Sentirti dentro
come corpo per niente
estraneo
e perire delle tue ferite
calde ed avvolgenti.
Ci sei tu, ci sei solo tu.
Vorrei donarti il mio fremito
la mia febbre malarica
in costante aumento corporeo.
Il mio potenziale è tutto tuo:
basta semplicemente
sporgersi un po’ di più
sul ciglio del baratro
per coglierlo
e sfruttarne tutte le infinite
e innate potenzialità.