Inno alla gioia
Brindo alla vostra.
Alla gioia che mi esprimete
e che mi donate spontaneamente.
Alle poche persone per le quali
vale la pena sopportare
tutto il rimanente quantitativo umano
che popola pesantemente
le nostre vite.
A quelle poche amicizie vere.
A quella forza che ti sanno donare.
A quell’amore che ti fa soffrire
ma che ti da anche molteplici
soddisfazioni
e motivi più che sufficienti
ad andare avanti.
Per proseguire.
A quelle due ore al giorno
di semplicità, di rilassatezza,
di felicità, di risolutezza,
contrapposte a tutte le altre ore di routine
che ti fottono il cervello.
A quella gioia che raramente provi.
A quei pochi istanti perfetti
in cui sei finalmente protagonista
in positivo.
In cui puoi dire:
“fanculo al resto, che vengano pure
a buttarmi giù, io sto in pace con me stesso adesso!”.
A voi tutti che mi regalate motivi
per sentirmi meno vecchio di quello
che attualmente sono.
A tutti quegli amici che ho
stupidamente perso
e a quelli che per fortuna
ancora mi sopportano.
A tutte le gioie negate.
A tutte quelle lacrime versate
che purtroppo servono a molto poco.
A tutte quelle persone che felici
non sono.
A tutti coloro che cercano una strada.
La propria strada.
A tutte le esistenze troncate troppo PRESTO
e a tutte quelle che CONTINUANO.
A tutti quelli che le SPRECANO
e a tutti quelli convinti di poter
VIVERE IN ETERNO.
Che a patti con la MORTE
non vorrebbero mai venire.
A tutti quelli che non s’arrendono e
a tutti quelli che purtroppo
malgrado mille sforzi non ce la fanno.
A tutti quelli per i quali vivere
è una presa a male
e per tutti gli ottimisti cronici
per i quali anche la morte
grazie al cielo o a chi ti pare
è un ostacolo superabile.
A tutti quelli convinti
che basta rifarsi le tette
o avere una ferrari
per sentirsi realizzati nella vita.
A tutti i pazzi, gli assassini, i depressi,
gli egomaniaci, gli ubriaconi,
a tutto l’elenco di possibili relitti umani.
Ai “diversi” così tanto diversi
da apparire molto più veri
e credibili dei “normali”.
Agli “abbronzati” ai “cianotici”
Agli “itterici” ai “piccanti”.
A tutti quelli che vorrebbero avere
il proprio colore
senza desiderarne stupidamente
un altro.
A tutti voi.
Proprio per tutti una volta tanto.
Dedico il MIO inno alla gioia
personale.
Il mio europeo sfogo demenziale
composto di note inconcludenti
e stonate.
Alla gioia che spiga come grano dorato dalla terra.
Che in inverno
sotto la neve
dona ancora
speranza
alle bocche affamate
che attendono trepidanti
la primavera della vita.