Solidità.
Numero da bestia apocalittica.
Pigiama a strisce
su di un soffitto fatto di
umide stelle.
Indagatrici:
le tue mani che non trovano
quello che più arditamente cercano.
Pressoché fusi:
giunti quasi fino al limite
con la testa a pezzi
e le occhiaie cadenti, radenti
il dolce arco delle tue
tumide labbra.
Rasoi
falcianti giugulari
danzano come pericolosi
giullari
disegnando burlesche
sui volti di noi “diseredati”.
Affranti:
schiacciati dentro frantoi
dai quali escono
colando in macabra maniera
i nostri fluidi corporei
destinati ad esser olio
lubrificante
per macchine belliche
cariche d’odio.
Metallico è il suono
dei miei chiodi
conficcati nelle tempie.
Lancinanti le fitte
causate.
Portatrici di nuovi poteri
considerati dai più pericolosi.
Il punto messo a conclusione
di un poema
vale il tutto che non sono
riuscito a darvi.
Quel tutto che molto spesso
ma non sempre
resta fisso nella mente
attanagliandola.
Rendendola bomba ad orologeria
prossima all’imminente
e deflagrante
esplosione!