È morta la poesia.
È morta la musica.
È morto tutto.
Mi chiudo nella tomba
e non voglio saperne
più niente.
È morta l’ispirazione.
Viene azzerata
da lavori alienanti
anche se ben retribuiti.
Mai credere di perdere l’attitudine
nel saper fare un qualcosa.
Mai rifiutare l’amore
anche se sicuramente
ci farà soffrire in futuro.
Mai ritenersi ciechi
quando si hanno occhi
più che funzionanti.
È la fine del divertimento.
È la conclusione inaspettata
che conferma le ipotesi di pronostico
di chi non si è mai arreso.
È la morte della credibilità.
Vane speranze.
Partite di scacchi
giocate solo a metà.
Pedine nere arroganti
la fanno da padroni
sottovalutando gli avversari.
È lo schiacciante pressare
di piedi giganteschi
che affondano
nel terreno.
Mai permettersi distrazioni
in periodi incerti.
Bado ad evitare
gli sguardi complici
soprattutto quando sono già impegnati
a guardare anche qualcun altro.
È morto l’ideale
di speranza
in cui credevamo.
È morto
ma l’ha resa bene
e non gli ha mai regalato niente.